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Inesorabile. Questo ? senz’altro il primo aggettivo che si associa alla parola “tempo”. Perch? ? quello che fa: passa, inesorabile e implacabile. Anche nella sonnacchiosa e immota Trieste il tempo scorre inflessibile giorno dopo giorno: sul mare, sull’imponente piazza, sui tetti, tra i vicoli delle case e sulle alture del Carso. Ma per quattro donne la sua velocit? ? diversa: in nove mesi il ritmo del tempo per Maria Rosa, Sara, Grazia e Anna assume una dilatazione differente. Le vite di queste quattro donne non hanno apparentemente niente in comune, si sfiorano, quasi inconsapevoli, ma il loro denominatore ? il medesimo: il tempo, vero padrone della vita. Maria Rosa, meridionale di mezza et? trapiantata al nord al seguito di un marito “padre e padrone”, paga sulla propria pelle le violenze troppo a lungo subite diventando a sua volta carnefice. Chiusa nella prigione del matrimonio, scoprir? tra le quattro mura del carcere il significato della parola libert?. Nei nove mesi che dovr? attendere per avere un verdetto, Rosa imparer? ad apprezzare se stessa e la vita, fatta di piccole ma irrinunciabili cose e costruir? nella cella il suo nido. Sara, trentenne avviluppata su se stessa, troppo ansiosa e ordinata per contemplare l’imprevisto, sar? sorpresa da una gravidanza inattesa. Conscia di non avere motivi seri per non mettersi alla prova e crescere, vivr? quest’esperienza prima con timore, e mano a mano, con sempre maggior fiducia in se stessa e nelle proprie capacit?, cogliendo l’occasione che la vita le offre di prendere in mano il proprio destino. Grazia, distinta insegnante di quasi sessant’anni, algida, amata e ancora bella, ha avuto una vita buona, serena, trascorsa lieta su binari ben conosciuti. Settembre segna per lei l’inizio di un lungo inverno senza luce, dove le giornate che si accorciano sono il simbolo della sua vita che si spegne. Il tempo per lei corre veloce, troppo, vorrebbe fermarlo e chiedergli tregua, avere il conforto di una pausa, ma le lancette spietate si muovono verso la fine. Anna, diciassette anni, unico tempo possibile: indicativo presente. Vola in Canada per l’anno all’estero e vive, vive, ebbra di prime scoperte. Spensierata e lieta Anna tratta il tempo come se questo non esistesse e fosse un eterno suddito ai suoi piedi. Lo scorrere della vita ? infatti un concetto che Anna non possiede ancora impegnata com’? a cercare sempre di pi?, senza mai interrogarsi, se il futuro le possa riservare invece qualcosa in meno. “A tempo di donna” segna l’esordio digitale di Cristiana Dalla Zonca. Dopo il successo del suo primo libro Amore Chiama, Amore Risponde (Giunti Editore), l’autrice triestina torna a raccontare storie di donne dei nostri tempi, figure femminili complesse, fatte di pensieri, paure, dubbi, incertezze ma che, di fronte alle avversit? della vita, trovano sempre il coraggio di volgere lo sguardo verso il futuro, anche quando pu? essere inesistente.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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