Vorrei...

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1,174 円 (税抜き)

Dapprima ad uso familiare, rivolgendosi ai nipoti, poi per una cerchia pi? vasta, perch? chi c’era non dimentichi e chi non c’era sappia, Umberto Di Dio continua a raccogliere spigolature di memoria: piccola memoria personale che diventa sapore di un’epoca scomparsa. Aveva cominciato con Il Tomeschino e Regalbuto al tempo di Carmelo: esordio a 72 anni, per radunare e trasmettere i ricordi di un’infanzia ormai lontana dal paese natale, Regalbuto appunto, mimando l’incanto per la grande e perduta narrazione popolare (il Tomeschino del titolo ? il Guerin Meschino nella deformazione illetterata ma potente del cantastorie o anzi cuntastorie Carmelo, che stregava quei bambini degli anni Quaranta). Pu? oggi un nonno farsi cuntastorie per i suoi nipoti, pu? chi ha vissuto i suoi cari lasciare “un’impronta, anche piccola piccola”, come Umberto Di Dio si prefigge in apertura del suo nuovo volume intitolato Vorrei...? Il sottotitolo, Storia di una vita normale tra immagini e parole, dice molto. C’? lo sforzo iconografico, con fotografie seppiate di famiglia, cartoline d’epoca, e illustrazioni disegnate a corredo del testo per ricostruire fattezze remote. Ci sono ovviamente le parole, che alternano ricordi personali al catalogo di luoghi, oggetti, personaggi che non esistono pi?. In ordine sparso: le feste popolari (a ‘ntinna, la corsa nei sacchi), i gesti perduti come la sbucciatura collettiva delle mandorle, i sapori e gli odori ma pi? ritrovati, le vergogne infantili e le infantili sfrenatezze, le figure strampalate e vive della Catania degli anni Cinquanta e Sessanta (citiamo fra tutti Pippu pirnacchiu), gli incontri e gli affetti, le classiche “piccole cose senza importanza” che sono per?, ovviamente e giustamente, importantissime per chi le ha vissute. Ecco infatti, sempre nel sottotitolo, quella “vita normale” che per? ambisce a farsi storia. Nel segno di un Vorrei... (vorrei sentire ancora quei sapori di mezzo secolo fa, vorrei rivedere i morti, vorrei rivivere la potenza delle emozioni, vorrei tornare indietro nel tempo) consapevole di essere meno che ipotetico. Valga, a consolazione di tanta nostalgia, quella vecchia frase di Faulkner: “il passato non ? affatto morto, anzi non ? nemmeno passato”.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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