Parlare sardo Alla scoperta di una grande tradizione linguistica

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Parlare sardo Alla scoperta di una grande tradizione linguistica

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1,045 円 (税抜き)

Con questo libro ? scrive Manlio Brigaglia nella presentazione ? Giuseppe Ruju continua il discorso iniziato due anni fa col fortunato “Comente si narat”. Un lungo viaggio attraverso la lingua sarda, che a Ruju appare come un enorme continente sostanzialmente inesplorato.Pi? che su singole parole, la sua attenzione si appunta su quei luoghi della lingua in cui meglio sembra apparire l’anima del popolo che la parla: anzi, del popolo che attraverso i tempi l’ha inventata, con un lavoro quotidiano di spostamenti, dislocazioni, metaforizzazioni e improvvise ironie per cui le parole escono dal loro alveo pi? conosciuto e frequentato e straripano nell’uso rinnovandosi continuamente.In “Comente si narat” l’indice finale rimandava a qualcosa come duemila vocaboli, tutti collocati, il pi? delle volte, nel contesto delle figure, delle sentenze e delle metafore in cui venivano pi? frequentemente utilizzate. Il lavoro continua in questo secondo libro, dove l’indice delle parole e delle locuzioni presenta pi? di 1500 voci, anch’esse collocate quasi tutte all’interno di singole “immagini” studiate da vicino e controllate attraverso il vasto spettro di significati che ciascuna di esse ? capace di assumere nell’uso parlato.Il libro ? diviso, come quello precedente, in due sezioni. La prima ? quella pi? espressamente dedicata al lavoro di “vocabolario”: qui Ruju esplora, stavolta, sezioni particolarmente marginali (in qualche misura) dell’uso, come sono le interiezioni, gli avverbi, le preposizioni e le congiunzioni; ma per passare subito dopo ai “modi di dire”, allineati in ordine alfabetico come una multiforme legione orgogliosamente e perfino lietamente accampata nei fortilizi della lingua. Sono pi? di 300 “modi di dire”: il numero da solo non rende l’idea della molteplicit? delle incarnazioni di ogni singola parola, tanto pi? che a ciascun “lemma” ? ma forse meglio sarebbe chiamarlo “capitoletto” ? Ruju collega una serie di variazioni che a volte lasciano anche il puro terreno linguistico per spingersi ad illustrare momenti particolari della civilt? che quelle parole ha prodotto dall’interno stesso della sua dinamica quotidiana.Nella seconda parte, come gi? in “Comente si narat”, Ruju sottopone al lettore un’altra piccola antologia dei propri versi (con l’aggiunta, stavolta, di alcune gustose esercitazioni giovanili). Ruju ? poeta al modo in cui si ? poeti nella societ? rurale: nella quale l’esercizio poetico ? volto non tanto a conseguire un puro risultato “estetico” quanto a far circolare un proprio punto di vista, che si propone perch? la comunit? lo condivida o pratichi intorno ad esso il proprio diritto-dovere del giudizio. Di questa comunicazione, peraltro, ? parte centrale la perizia linguistica, sicch? il Ruju poeta rimanda continuamente al Ruju “vocabolista”.Un libro, dunque, gremito di parole e delle cose di cui parlano quelle parole: un altro prezioso tassello di quel ritratto a tutto tondo della civilt? sardo-logudorese cui Ruju lavora ormai da molti anni con ininterrotta tenacia e con invidiabile entusiasmo.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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’altra rimanda vocabolista popolo chiamarlo