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Dal sogno di Penelope raccontato nell’Odissea alla psicoanalisi di Freud, da Derrida fino ai film di Fellini e Nolan, la riflessione sul sogno si ? consolidata assumendo il carattere di una vera e propria disciplina. In questo saggio sull’onirocritica, Umberto Curi conduce il lettore in un’esplorazione filosofica e storico-letteraria di due dimensioni oniriche fondamentali. La prima ? la sua valenza profetica rispetto a eventi futuri, la seconda ? il rapporto che il sogno intrattiene con la verit?, nel senso di esserne veicolo oppure deformazione e occultamento. Ma c’? anche ? spiega l’autore ? un modo differente di rivolgersi ai sogni, ossia lasciarli deliberatamente nella loro indeterminazione e ambiguit?, riconoscendo in essi non il preannuncio del futuro, ma lo svelamento del passato. In questo modo, liberi dalle maglie dell’interpretazione, i sogni diventano messaggeri della memoria e riescono a svelare tutta la loro potenza. Pagina dopo pagina si seguono le tracce che conducono fino a Theodor W. Adorno, secondo il quale ? necessario sottrarre il sogno alla manipolazione operata dai processi interpretativi, quali essi siano. Stando a questa impostazione ? che si riflette anche in alcune brillanti opere cinematografiche ? si tratta di risvegliarsi, coltivare la vigilanza, restando attenti al senso. Solo accettando questo peculiare statuto onirico si potr? rendere possibile ci? che pare impossibile: bandire il sogno senza tradirlo.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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