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La censura prussiana giudic? questo libro ≪troppo assurdo per essere pericoloso≫. Marx e Engels, invece, lo considerarono sufficientemente pericoloso per dedicargli pi? di trecento pagine persecutorie della "Ideologia tedesca". Nietzsche non lo nomin? mai, ma confess? a un’amica di temere che un giorno lo avrebbero accusato di aver plagiato Stirner. Da pi? di un secolo le storie della filosofia lo definiscono ≪famigerato≫. In breve: "L’unico" ? l’opera pi? scandalosa e inaccettabile della filosofia moderna. Quando apparve, a Berlino, nel 1844, suscit? per alcuni mesi reazioni febbrili e appassionate, soprattutto nell’ambiente del radicalismo di sinistra, da cui nasceva, fra quei discendenti di Hegel che si apprestavano a diventare sovvertitori dell’ordine. Poi segu? un lungo silenzio. Infine una riscoperta vorace, negli ultimi anni dell’Ottocento, quando Stirner apparve da una parte come precursore di Nietzsche e dall’altra come profeta dell’anarchismo individualista. Ma anche se Stirner ha avuto una grande influenza sotterranea, che ha agito sui personaggi pi? disparati, da Dostoevskij a Traven, il mondo della cultura ufficiale lo ha sempre evitato. Non era chiaro se Stirner fosse da considerare un filosofo, un pazzo o un criminale. Ma nell’"Unico" queste voci parlano insieme, e questa irrevocabile, beffarda confusione dei soggetti e dei livelli ? la prima peculiarit? del libro. L’"Unico" sviluppa ‘sino alle estreme conseguenze’ quella ≪critica≫ corrosiva che era stata, da Kant in poi, la parola magica della filosofia; articola un sistema paranoico; fonda le ragioni del delitto. Commistione che non ? un capriccio di Stirner, ma rivela, finalmente senza coperture eufemistiche, un processo operante in tutto il pensiero moderno. Con le sue argomentazioni stridule, martellanti, ossessive, Stirner fa ruotare vorticosamente la macchina della metafisica: ne risulta una grandiosa parodia, preludio alla mutezza dell’≪indicibile≫ unico. Ma l’attacco al pensiero discorsivo va insieme, per Stirner, a un micidiale attacco al ≪sussistente≫, alla societ? che lo circonda. Provocatore e vagabondo della metafisica, Stirner os? vedere il mondo della secolarizzazione trionfante, che ? anche il nostro, come un mondo profondamente bigotto. Il sacro, scacciato dai templi, si vendica caricando le pi? laiche categorie di una violenza devastatrice. La Societ?, l’Uomo, l’Umanit? giustificano ora ogni tortura sul singolo che non si adegui al modello ‘giusto’. E il sarcasmo stirneriano, che oppone l’egoista singolo, marchiato come ≪mostro inumano≫, al santo egoismo della Societ?, trafigge anche le societ? ‘giuste’, promesse dai miglioratori dell’umanit? (siano essi reazionari, progressisti, liberali o socialisti) con frecce che appaiono ancora oggi perfettamente appuntite. (Anzi, spesso si ha l’impressione che colpiscano fatti accaduti nel nostro secolo). Che la sua critica sfoci poi in un nominalismo assoluto, e manifestamente insostenibile, non sembra preoccupare Stirner. In certo modo ? ci? che voleva: tutto l’"Unico" ? un solo, immane paradosso su cui il pensiero continua a inciampare.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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