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Sono qui raccolte le lettere scritte da Marina Cvetaeva dal dicembre 1925, anno in cui lasci? la Boemia per la Francia (Parigi, dapprima, poi sempre pi? miseri sobborghi della capitale), al 31 agosto 1941, giorno in cui mor? suicida a Elabuga, una cittadina della Repubblica Autonoma Tatara dove era sfollata insieme con il figlio (il libro si chiude con le tre brevi lettere che la Cvetaeva lasci? come messaggi d’addio). Strutturato in due sezioni ? le lettere dalla Francia fino al giugno 1939 e dall’Unione Sovietica fino all’agosto 1941 ?, il volume ricostruisce le fasi pi? drammatiche della vicenda di Marina Cvetaeva: la miseria e l’isolamento in cui, dopo l’iniziale successo, visse a Parigi, la tragedia che si abbatt? sulla sua famiglia quando si scopr? che il marito, coinvolto in un clamoroso ≪affaire≫ politico, era un agente sovietico, il forzato ritorno in Unione Sovietica per ricongiungersi al marito e alla figlia, l’arresto dei due subito dopo l’arrivo a Mosca della Cvetaeva, la tremenda vita da paria (ex emigrata, moglie e madre di condannati politici) che questa condusse nella ≪patria≫ ritrovata, senza un tetto, senza danaro, sfuggita da tutti, tranne che da Pasternak e pochi altri amici, fino all’orrore della guerra, allo sfollamento, al suicidio. I ≪capitoli≫ pi? consistenti di questo ≪romanzo in lettere≫ sono quelli indirizzati a Rainer Maria Rilke, a Boris Pasternak, alla amica boema Anna Teskov?, a Solomeja Halpern. Le lettere scritte in Unione Sovietica, che assomigliano sempre pi? a implorazioni d’aiuto, sono anche agghiaccianti testimonianze della vita quotidiana nel periodo staliniano.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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