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A lungo gli scrittori hanno parlato degli d?i perch? la comunit? affidava loro questo compito. Ma poi hanno continuato a scriverne, anche quando la comunit? avrebbe ignorato o avversato quegli stessi d?i e il divino da cui promanano. Chi erano quelle figure? Perch? i loro nomi affioravano sempre, imperiosamente o allusivamente? Innanzitutto gli d?i della Grecia, che sin dalla Firenze quattrocentesca degli Orti Oricellari ? dove poeti, pensatori e pittori quali Botticelli, Poliziano o Marsilio Ficino si proponevano di tornare a celebrare i misteri pagani ? attraversano per secoli, come onde possenti e capricciose, la vita mentale dell’Europa, depositandosi in statue, quadri, versi. E in seguito, a partire dai primi anni del Romanticismo tedesco, d?i provenienti da ogni spicchio dell’orizzonte, e in particolare dall’Oriente. D?i dai nomi oscuri, ma ancora una volta paurosi e ammalianti. Le loro figure si mescolano ora a un rivolgimento delle forme, a una fuga della letteratura dal maestoso edificio della retorica, che a lungo l’aveva ospitata, verso una terra che non ? descritta sulle mappe ma dove ? da H?lderlin e Novalis a Mallarm?, a Proust e sino a oggi ? siamo ormai abituati a ritrovare la letteratura stessa nella sua metamorfosi pi? azzardata ed essenziale, insofferente di ogni servit? verso la societ? e portatrice di un sapere irriducibile a ogni altro, che qui viene delineato sotto il nome di letteratura assoluta. Questo volume raccoglie le otto Weidenfeld Lectures che l’autore ha tenuto all’Universit? di Oxford nel maggio 2000.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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