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Venticinque anni fa siamo tornati in un nuovo paese. Io incontravo quella societ? nella quale il volere della sorte mi aveva fatto nascere ma non crescere. Non avevo particolari associazioni d’idee col passato e neppure rappresentazioni del possibile futuro di quei luoghi. Ne facevo semplicemente la conoscenza. Ma per mio padre tutto era ovviamente molto pi? complicato. Nonostante la sua esperienza personale e la conoscenza del passato, sognava una Russia del futuro guarita dai suoi mali. Lo spiegava cos?: anche in assenza di evidenti motivi per essere ottimista, l’incontro di quell’estate con centinaia di persone gli aveva restituito forze e fede. Era tornato a casa, e la sua casa era quanto aveva di pi? caro. Nei successivi quattordici anni non era pi? uscito dai confini del paese≫. Gli interventi, qui raccolti e tradotti per la prima volta in Italia, introdotti da uno scritto del figlio Ermolaj e curati da Sergio Rapetti, contengono le riflessioni che Aleksandr Sol?enicyn matur? negli ultimi anni della sua vita, in cui la prima e pressante preoccupazione fu tornare a parlare con la gente, ricomporre il quadro della situazione economica e sociale della Russia, per riprenderne la narrazione da dove si era interrotta. Non smise di evidenziarne eccessi e contraddizioni, di proporre letture che dessero conto delle mille facce di quella societ?: nazionalismo, panrussismo e rapporto con l’Occidente. Come ebbe a scrivere Vittorio Strada, ≪in questo mondo imprevedibile Sol?enicyn ? un possibile orientamento tra i pochi superstiti. Leggerlo, tra consenso e dissenso, aiuta a vincere il vuoto dell’indifferenza e a cercare una via verso qualcosa che non c’? pi? o forse non c’? ancora≫画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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