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I successi riscossi recentemente dai movimenti indipendentisti dalla Scozia alle Fiandre, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, il controverso referendum catalano del 2017 e la recrudescenza della violenza in Corsica e Irlanda del Nord sono alcuni degli eventi che hanno contribuito a riportare al centro del dibattito le rivendicazioni delle cosiddette nazioni senza stato dell’Europa occidentale. Uno scenario del tutto imprevisto, almeno secondo le pi? gettonate interpretazioni che vedevano come residuali le forme di politicizzazione delle identit? nazionali e della frattura centro-periferia, alla luce del successo della globalizzazione economica e dei processi di integrazione comunitaria. Un dato interessante della mobilitazione nazionalista ? sicuramente la grande differenziazione ideologica di questi movimenti, che va del l’estrema sinistra all’estrema destra, passando per posizioni social-democratiche, cristiano-democratiche, liberali e conservatrici. Una differenziazione che sembrerebbe condizionarne le posizioni anche rispetto alla questione dell’autodeterminazione nazionale (autonomismo/indipendentismo), all’atteggiamento nei confronti dell’Unione europea (pro/contro), all’idea di nazione (inclusiva/escludente) e alla stessa forma stato (federale, confederale, centralista). Ed ? proprio la natura apparentemente camaleontica del nazionalismo politico l’oggetto di questa analisi storica di lungo periodo. Per ricostruire le dinamiche che hanno determinato la diversa evoluzione di obiettivi, strategie e orientamento ideologico di un insieme eterogeneo di organizzazioni politiche, Paolo Perri esamina l’interazione tra una serie di elementi socio-culturali e i diversi conflitti che hanno attraversato le societ? occidentali, mostrando in che modo questi movimenti si sono trasformati da forze marginali, spesso irrilevanti, in veri protagonisti della vita politica.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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