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Premessa “Caminante no hay camino, se hace camino al andar” (Camminatore non c’? un sentiero, il sentiero si fa camminando) Antonio Machado Sono passati dieci anni dal viaggio che mi accingo a raccontare. I ricordi di quella che ora riconosco, passata la boa di met? gara, come l’esperienza pi? significativa della mia vita stavano diventando sempre pi? evanescenti. Un bello spreco insomma. Dopo le recenti avventure in bicicletta che, con buona soddisfazione mia e dei miei lettori, sono riuscito a trasferire su carta; ? giunto il tempo di rispolverare, dalla mia cantina emotiva, quei momenti che, come il buon vino, dopo tutto questo tempo hanno acquisito corpo e consistenza. Una rielaborazione quindi di ci? che ho vissuto allora, alla luce di quello che sono adesso. Fatti, luoghi e descrizione dei vissuti del momento rimangono tali, ci? che cambia ? il significato che vi attribuisco ora. Io sono cambiato e perci? il viaggio in Nepal e India del 2010 ? cambiato con me. Come se la consapevolezza dell’“adesso” influisse non solo sul futuro, ma anche sull’interpretazione del passato; anzi senza “come se”. L’impossibilit? di muoversi, generata della pandemia del 2020 mi ha quindi stimolato a rimettermi in viaggio e non potendolo fare con il corpo, sono partito con lo spirito. I bagagli che porto con me, non sono costituiti da abiti tecnici, attrezzature per l’outdoor o telefoni satellitari, bens? dai taccuini sui quali ho vomitato caoticamente una enorme quantit? di stimoli che meritano finalmente una rilettura e dalle numerose foto scattate ancora all’antica, con il mezzo pi? adeguato per farlo: una macchina fotografica. Emozionato come al check-in per un volo internazionale con destinazione Kathmandu, mi appresto a fare quella che sar? la mia nuova esperienza pi? bella. *** Voglio spendere, al termine di questa premessa, due parole sulla dedica iniziale e sulla bellissima storia de “I dieci tori zen”. Il toro, nella tradizione orientale, simboleggia l’illuminazione, il nirvana, la realizzazione o come si voglia chiamare l’esperienza che accompagna la “trascendenza del s?”. L’incomprensione di tale “stato” ha generato, nel tempo e nello spazio, schiere di ricercatori spirituali avidi di esperienze - per loro intrinseca natura temporanee e illusorie - verso quella che appariva come l’Esperienza Senza Fine. Una sbornia perenne, un orgasmo eterno, uno stato di beatitudine al limite della psicosi; queste le aspettative che si celavano dietro l’altisonante concetto di Illuminazione. Dalla notte dei tempi e fino alla notte dei tempi questa “saggezza suprema” ? a disposizione del ricercatore assetato. Tale fonte sgorga perennemente e si manifesta agli uomini e attraverso gli uomini, nelle sembianze di quieti rivoli di acqua cristallina. Ruscelli che, pazientemente e coraggiosamente, possono essere percorsi a ritroso sino all’origine.画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。
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